L’arma più potente di tutte: la Partecipazione

La copertina dell’ultimo numero della rivista Internazionale, che vi invitiamo a leggere, è dedicata a loro: i giovani ribelli americani, la generazione dei giovanissimi (under18) nata e cresciuta dopo la strage di Colombine del 1999, quando due studenti entrano nell’edificio scolastico armati ed aprono il fuoco, uccidendo tredici studenti e un insegnante, per poiu togliersi la vita. Consigliamo la visione del film “Bowling a Columbine” di Michael Moore che racconta “l’anatomia di una tragedia” e fa ben comprendere cosa significa vivere in una nazione civilizzata dove – l’abbiamo imparato ormai, chissà che non siamo già assuefatti anche a questo – è molto possibile che qualcuno che detiene armi legalmente una mattina impazzisca e decida di fare una strage.
Perché IoCiSto cita quest’articolo e sceglie di celebrare i giovani ribelli americani? Innanzitutto perché “si muovono”, non accettano passivamente la loro condizione e un futuro denso di paura e incertezze, scegliendo di combattere il sistema. Si chiama partecipazione: non significa candidarsi o diventare un personaggio politico, ma semplicemente far sentire la propria voce, insieme a quella degli altri, quando sembra che l’organizzazione della cosa pubblica (appunto: la politica) segua regole assurde. Si partecipa e ci si ribella alle leggi delle armi manifestando, scrivendo una lettera al Governatore o al Presidente degli Stati Uniti oppure organizzando dei seminari a scuola per spiegare ai compagni le proprie ragioni. Si partecipa anche stando vicine alle famiglie delle vittime o attivando sportelli di ascolto per dare un primo supporto a coloro che hanno problemi psichici o sono semplicemente ai margini della società, ovverosia quelli che potrebbero essere i carnefici di domani.
Per un’associazione come IoCiSto che si occupa di promuovere la partecipazione (soprattutto quella giovanile) questi nuovi ribelli americani sono degli eroi. Con il loro slogan “basta cazzate” scrivono a caratteri cubitali che questa società a loro non piace. E che non c’è secondo emendamento che tenga; né vale la scusa che detenere armi serve a garantire la sicurezza delle proprie famiglie, perché nessun bambino dovrebbe crescere con la paura di morire a scuola per una strage e non ha senso – non può averne! – dover imparare a 6 anni come si costruiscono barricate o si oscurano i vetri delle finestre dell’aula in caso di attacco armato.
È proprio la discesa in campo di questa nuova generazione l’elemento nuovo, ciò che fa credere che stavolta la NRA (National Rifle Association, la potentissima lobby delle armi statunitense) dovrà fare più di qualche passo indietro e che non si tratterà dell’ennesima, inutile manifestazione, come se ne vedono da decenni dopo le stragi. Stavolta qualcosa cambierà.
“Basta cazzate” equivale a dire: questo mondo così come ce lo avete consegnato non ci piace e poiché saremo noi a doverlo vivere, vi avvisiamo che lo cambieremo. Inutile dire che ci sbagliamo: i protagonisti siamo noi e così non funziona. Anzi: sarebbe il caso di cambiarlo già da adesso.
Quando si muovono i giovani, le cose cambiano.
Per questo la nuova rivolta dei giovani americani rappresenta per noi una bella notizia. Qualcosa si muove, nel mondo.
Notizie dall’Italia….?
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